Questa notte, poco dopo le ore 4, Alda è partita per la vita eterna. Era nata ad Acqui Terme il 16 dicembre 1939. Entrata in Nomadelfia il 25 gennaio 1967, allo scadere dei 3 anni di postulantato, aveva deciso di farsi mamma di vocazione.
Per la precisione e l’instancabilità nel lavoro, don Zeno l’ha voluta accanto a sé nelle varie uscite di apostolato per trascrivere testi e anche stamparli con una piccola tipografia realizzata su un bilico attrezzato. Per la sua prontezza e disponibilità ha collaborato lungamente in diverse mansioni della comunità, dal campo amministrativo all’assistenza ad Irene, la prima mamma di vocazione, nell’ultimo periodo della sua vita terrena.
Ha donato la sua maternità non solo a 15 figli che ha accolto nella sua famiglia, ma anche a tutte le persone che le si accostavano. Per la sua dedizione materna, in accordo con la comunità, ha risposto all’appello per accogliere Robertino un bambino affetto da mucoviscidosi con la speranza di vita di pochi mesi. Grazie alle cure materne e dei medici coinvolti, è vissuto fino ad 11 anni.
Il suo amore per l’essenzialità rimane una testimonianza per tutti noi.
I funerali si svolgeranno domani 24 agosto alle ore 17.00.
AL Presidente Francesco Matterazzo e a tutti gli amici di Nomadelfia.
L’aver appreso che Alda è partita per la vita eterna, mi ha lasciato profondamente addolorato da non poter fare a meno di essere presente a Nomadelfia il giorno del suo funerale per l’ultimo saluto. Ma un po’ di timidezza e la forte emozione del momento, mi hanno impedito di portare la mia testimonianza quando durante il rito funebre è stata data questa possibilità a coloro che avevano conosciuto Alda.
Io la ricordo come madre di vocazione che aveva accolto Roberto Rana,purtroppo affetto da una grave malattia. Come medico, pediatra, presso l’Ospedale di Grosseto, ho seguito il piccolo Roberto fino a quando ci ha lasciato a soli 11 anni. E’ proprio durante i controlli medici effettuati a Roberto che ho avuto modo di conoscere Alda, conversare con lei, prendere insieme alcune decisioni e apprezzare le sue indiscusse qualità di donna e madre. La sua determinazione nell’affrontare alcune situazioni, non certo facili, legate alla inevitabile evoluzione della malattia di Roberto, Alda le ha sofferte a lungo. Compostezza e serietà, massima attenzione ai problemi di cui si faceva carico e totale dedizione all’assistenza, furono i principali tratti caratteriali che mi colpirono di lei, sempre accompagnati dall’immancabile garbo e rassicurante sorriso. Alda era una persona completamente dedita al suo ruolo di madre per il quale sapeva miscelare con maestria praticità, risolutezza e tanto amore da donare ai suoi figli.
Ricordo Alda con vero affetto e infinita stima, per questo mi piace immaginarla felice, nella Casa del padre abbracciata al suo Robertino.
Adalberto Campagna